La frutta secca..tanti pregi qualche attenzione

Noci, mandorle, datteri, uvetta, fichi, arachidi… la frutta secca è davvero un concentrato di gusto e nutrimento…

Forse è proprio per la sua straordinaria ricchezza nutritiva che, da sempre, la frutta secca è considerata di buon augurio sulle tavole dei giorni di festa: “Piovono uva passa e fichi secchi”, si diceva per sottolineare un’occasione particolarmente fortunata… Ma perché la frutta secca porti davvero benessere e salute, è importante consumarla nel modo giusto e nella giusta quantità. La frutta secca, infatti, non è tutta uguale: dobbiamo distinguere quella zuccherina, ottenuta essiccando frutti a polpa (fichi, uva, albicocche, prugne…), e quella che chiamiamo secca per la sua consistenza, ma che sarebbe più corretto chiamare “oleosa”, perché costituita da semi ricchi di materia grassa, come le noci, le nocciole e le mandorle. Entrambe squisite, queste due tipologie di frutta secca presentano alcune somiglianze, ma anche diversità notevoli nella composizione nutritiva, e il massimo del beneficio si ottiene consumandole insieme in un giusto mix, proprio come vuole la tradizione.

Tanti pregi, qualche attenzione…

Se la frutta oleosa è un’ottima fonte di preziosi acidi grassi insaturi e presenta un buon contenuto di proteine, dal canto suo quella zuccherina fornisce energia in forma più facilmente assimilabile ed è ricca di fibra, sali minerali e fattori protettivi (vitamine indrosolubili e antiossidanti). Ecco allora che unire i datteri alle noci, piuttosto che le mandorle ai fichi secchi, permette di realizzare dei veri e propri cocktail di salute, ricchissimi di sostanze utili all’organismo. Il problema, però, sono le calorie: 10 noci danno circa 350 kcal (come un piatto di pasta), mentre in un etto di albicocche secche ci sono quasi 280 kcal (10 volte di più del prodotto fresco). Con simili valori si capisce bene come, per valorizzare i suoi pregi, la frutta secca non possa essere considerata alla stregua di un semplice snack spezza-fame, ma vada consumata con la giusta moderazione e al momento appropriato. Anche la migliore medicina può diventare nociva se si esagera con la dose, e nel caso della frutta secca la quantità giusta è di 4-5 semi oleosi al giorno, insieme a un paio di frutti essiccati (prugne, albicocche, fichi…). Quanto al momento migliore per gustarla, non è certo al termine di un pasto abbondante… Uno strappo alla regola si può fare giusto a Natale, ma di norma l’ideale è gustare la frutta secca al mattino, quando l’organismo ha bisogno proprio di energia concentrata e sostanze tonificanti. Del resto si sposa benissimo con lo yogurt, per una colazione golosa, bilanciata e praticissima da preparare.

L’importanza di sceglierla buona

Per trarne davvero il massimo, la frutta secca va anche scelta con attenzione al momento dell’acquisto. Non è solo una questione di gusto: i prodotti scadenti possono contenere additivi e residui chimici poco salutari, inoltre, se non viene conservata in condizioni ideali, la frutta secca può anche arricchirsi di sostanze nocive.

Ecco allora le regole da seguire per evitare ogni rischio:

• scegliere di preferenza il prodotto confezionato: la frutta secca venduta sfusa offre minori garanzie di igiene.

• Volendo acquistare comunque il prodotto sfuso, controllarne bene le condizioni: non ci devono essere segni di parassiti (frequenti per esempio nei datteri), né di muffe, neppure in quantità minima (potrebbero produrre aflatossine, sostanze potentemente cancerogene).

• Se disponibile, dare la preferenza ai prodotti di coltivazione biologica: essiccando la frutta non si concentrano solo le sostanze nutritive, ma anche gli eventuali residui chimici.

• Nel caso della frutta a guscio, infine, preferire quella “nuova”, di raccolta recente: anche se resiste bene nel tempo, invecchiando tende a prendere un sapore di rancido e vale la pena di evitarla se ha più di un anno.

 

fonte buonalombardia

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