Il Vino dei Castelli Romani

L’agricoltura  dei Colli Albani è incentrata fin dall’età antica sulla produzione vitivinicola, che è universalmente riconosciuta. Il Frascati ed il Marino DOC sono considerati due dei cinque migliori vini del Lazio, ed entrambi sono conosciuti ed apprezzati fin dall’età romana in tutte le loro varianti

Quella dei Castelli Romani è la DOC  che abbraccia molti comuni all’interno dell’omonimo Parco.  Prevede vini bianchi, rosati e rossi, nelle tipologie secco, amabile, frizzante  e novello (solo per il rosso). I vitigni consentiti sono la malvasia di Candia e puntinata, il trebbiano e altri sino a un massimo del 30% per i bianchi. Per i rossi e i rosati sono leciti cesanese, merlot, montepulciano, nero buono e sangiovese.
Nei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monteporzio Catone e parte di Monte Compatri si ha la DOC Frascati Bianco, che si ottiene da vitigni malvasia di Candia e trebbiano toscano, più altri consentiti sino a un massimo del 30%.
Nel territorio del comune di Marino e parte di quelli di Roma e Castel Gandolfo si ha la DOC Marino, riservata ai bianchi ottenuti con malvasia di Candia, localmente detta malvasia rossa, trebbiano e malvasia del Lazio, localmente detta puntinata.
Nel territorio dei comuni di Ariccia, Albano e parte di Pomezia, Ardea, Castel Gandolfo e Lanuvio si ha la DOC Colli Albani per bianchi ottenuti da malvasia di Candia, trebbiano e
malvasia del Lazio.
Infine nel territorio di Colonna, Monte Compatri, Zagarolo e Rocca Priora si ha la DOC Monte Compatri – Colonna per bianchi ottenuti da malvasia di Candia, trebbiano e in misura minore da bellone e bonvino.
Come si può vedere le DOC, soprattutto dei bianchi, sono numerose e tutte abbastanza famose. A queste DOC si affiancano numerosi vini da tavola o vini Lazio DOC, che magari
utilizzano altri vitigni, per lo più internazionali o innovativi. Impossibile tracciare un quadro che in qualche modo riesca a caratterizzare questa produzione. Va detto che si tratta ancora
in larga parte di una vitivinicoltura di grandi masse e grandi rese in vigna. Tant’è vero che per molte di queste denominazioni la dicitura “superiore” è consentita semplicemente per i vini imbottigliati e tappati con il sughero. Il che significa che la pratica del vino sfuso è ancora dominante. Ma anche in quest’area alcune aziende fanno vini di grande qualità, altre di eccellenza: la situazione climatica e la particolare composizione di questi terreni vulcanici lo consente. Questo territorio ha tutte le carte in regola per diventare una delle aree emergenti della nuova vitivinicoltura italiana.

Le zone interessate sono: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Velletri, Zagarolo

 

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