Fristingo Marchigiano

Il fristingo è un dolce tipico della tradizione natalizia delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. Si presenta di colore bruno e di aspetto compatto; ricorda vagamente il panforte. È un dolce ricchissimo: scorrendo la lunga lista degli ingredienti, troviamo: fichi secchi,
uva sultanina, canditi, mandorle tostate, noci,noce moscata, cannella, caffè, liquore all’anice, limone,miele, pane grattugiato, farina di grano tenero e olio extravergine di oliva. Non lo si può sicuramente definire un dolce dietetico, ma la presenza dell’olio extravergine di oliva quale unico grasso lo rende assai più digeribile di quello che si potrebbe pensare.
Bisogna, prima di tutto, bagnare e bollire i fichi secchi prima di unirli all’insieme degli altri ingredienti. Quindi, si mescola accuratamente l’impasto così ottenuto con la farina di frumento ed il pane grattugiato. Quando si sarà ottenuta una certa consistenza, si porrà il tutto in un tegame da forno precedentemente unto con olio d’oliva. La cottura, da effettuare ad una temperatura di 150°, si considera ultimata quando il fristingo assume, esternamente, una colorazione bruno-dorata. Si serve una volta che si è ben raffreddato e si presta anche ad essere conservato per lunghi periodi.

La frustenga è per alcuni aspetti simile al fristingo,avendo in comune con esso alcuni ingredienti (fichi secchi, uva sultanina, noci, olio e pane grattugiato). Se ne differenzia, tuttavia, per alcune caratteristiche che lo rendono veramente particolare.
La farina utilizzata non è infatti quella di grano tenero, generalmente utilizzata per i dolci, bensì quella di mais tant’è che per questo dolce si può azzardare la definizione di “polenta farcita”. Altri caratteri distintivi della frustenga, rispetto al fristingo, sono la presenza delle mele e la possibilità di gustare questo dolce anche caldo, direttamente servito sul tagliere della polenta. Anche la diffusione geografica del prodotto è leggermente diversa in quanto la frustenga è tradizionale di una zona più settentrionale che arriva fino alla provincia di Ancona mentre non è diffusa nell’Ascolano.

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