Quelle cene in Appennino: Buone, locali e a km zero!

“Parole d’ordine sul territorio i prodotti della nostra terra e turismo gastronomico in Appennino nei mesi autunnali”. Il Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano ripropone, dopo il successo dello scorso anno e in collaborazione con le federazioni Coldiretti di Lucca, Massa Carrara, Parma e Reggio Emilia, il concorso “Menù a km zero” che vede i ristoranti del territorio presentare ai propri clienti menù realizzati con prodotti locali e di stagione provenienti dalle campagne vicine.

Questa iniziativa si inserisce nel quadro di Autunno d Appennino, un insieme di iniziative che ruota attorno a castagne funghi colori autunnali feste e soggiorni studenteschi su questo tema. Di fatto si vuole promuovere una nuova stagione e nuovi prodotti turistici in Appennino . Su questo il Parco sta proponendo collaborazioni con le Provincie e le Comunità Montane.

“Sono ben 24 i ristoranti del territorio del Parco che quest’anno hanno aderito all’iniziativa – spiegano dall’ente – con un aumento rispetto al 2008, ma soprattutto provenienti da tutte e quattro le province del Parco: 5 della provincia di Lucca, 9 della provincia di Massa Carrara, 2 della provincia di Parma, 8 della provincia di Reggio Emilia. L’elenco completo dei ristoranti aderenti e i menù proposti sono disponibili sul sito http://www.parcoappennino.it/, all’interno della sezione progetti – Menu a km zero.

“E’ un’iniziativa aperta al pubblico in quanto i menù saranno disponibili tutti i sabato sera e le domeniche a pranzo dal 3 ottobre al 15 novembre 2009”.

I tre ristoranti vincitori verranno selezionati attraverso una votazione pubblica sul sito internet del Parco.

“Nel dettaglio, il progetto mira ad avvicinare produttori e consumatori, recuperare e valorizzare il prezioso patrimonio agro-alimentare e gastronomico locale, promuovere negli esercizi di ristorazione la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari del territorio, incentivare forme di turismo correlate alle eccellenze del territorio in una stagione turisticamente ancora marginale come l’autunno e contribuire alla riduzione dei gas ‘effetto serra’ derivanti dal trasporto delle merci”.

Sarà allora possibile approfondire la cultura enogastronomica e tradizionale che fa leva su prodotti agroalimentari di qualità provenienti da aziende locali pur con le sensibili differenze che contrappongono i territori del crinale: da un lato l’olio, dall’altro lo strutto, da un lato la zootecnia per il Parmigiano Reggiano (nell’anno in cui ricorre l’850° anniversario del ‘formadio’) dall’altro la “cultura del castagno” ampiamente rappresentata nei versanti di Garfagnana e Lunigiana. Importante inoltre la “cultura del testo”, il disco piatto utilizzato per la cottura sul fuoco che caratterizza la cucina appenninica dell’alta Toscana, contrapposto alla “cultura della sulada”, dai caratteristici ‘sol’ in rame.

Una conferma della ricchezza di questo territorio è rappresentata dall’elenco di prodotti a marchio Dop e Igp, di valore nazionale ed europeo, dei prodotti agroalimentari tradizionali e dai Presidi Slow Food. “Ed è proprio per valorizzare questo straordinario insieme di sapori – spiegano al Parco – , frutto dell’unione tra innovazioni tecnologiche e tradizione, che si è proposta una competizione tra ristoranti in cui vengono presentati menù a chilometri zero”.

 

fonte bologna2000.com

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