CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG: vino selezionato per Un’Itàlia

 CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG 2007 SOC. AGR. CASTELLO DI SAN DONATO IN PERANO SRL   GAIOLE IN CHIANTI SI medaglia oro 2011

In una zona altamente vocata alla conduzione dei vigneti, ubicata nel Comune di Gaiole in Chianti, a confine con il Comune di Radda.nel cuore del Chianti Classico DOCG nasce questo vino… denso, ambrato, si caratterizza per un profumo estremamente ricco e concentrato, con sentori di cuoio, vaniglia e frutta secca. Al palato è ricco, avvolgente, sapido. Finale molto persistente con uvaggio 90%Sangiovese  e 10% Merlot e Cabernet Sauvignon

Il Chianti Classico è uno dei vini rossi italiani più pregiati e conosciuti nel mondo. Fa parte della DOCG Chianti (D.M. 2/07/84 e succ. mod.) anche se ha un disciplinare di produzione autonomo sin dal 1996 (D.M. 5/08/96).

Viene prodotto in una zona geografica (in gran parte collinare) della Toscana centrale, compresa fra le province di Firenze e di Siena. All’interno della zona del Chianti Classico si trova il nucleo originario del Chianti, ovvero i comuni di Gaiole, Radda e Castellina; cioè la vecchia provincia del Chianti così come definita da Ferdinando III di Toscana (attualmente interamente ricompreso nella Provincia di Siena).

La produzione del Chianti avviene infatti in una zona più vasta che comprende, oltre le province di Firenze e Siena, anche le province di Arezzo ad est del Chianti, Pisa e Pistoia a ovest e Prato (a nord).

L’origine del nome Chianti non è certa: secondo alcune versioni potrebbe derivare dal termine latino clangor (rumore), a ricordare il rumore delle battute di caccia effettuate nelle foreste di cui era ricca la zona; secondo altre versioni il nome deriverebbe dall’etrusco clante, nome di famiglie etrusche diffuso nella zona, o sempre dall’etrusco clante (acqua) di cui la zona era, ed è, ricca, favorendo la crescita delle uve.
Evoluzione della zona di produzione dei vini Chianti (cliccare per ingrandire)

I primi documenti in cui con il nome Chianti si identifica una zona di produzione di vino (ed anche il vino prodotto) risalgono al XIII secolo, e si riferiscono alla Lega del Chianti costituita a Firenze per regolare i rapporti amministrativi con i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina (attualmente compresi nella zona di produzione del Chianti classico), produttori di un vino rosso a base di Sangiovese.

L’insegna della Lega del Chianti era un Gallo Nero in campo dorato, e questo simbolo è divenuto l’emblema del Consorzio del Chianti classico per la tutela dell’omonimo vino.

Il 24 settembre 1716 a Firenze il Granduca Cosimo III de’ Medici emanò il Bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra, nel quale venivano specificati i confini delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini citati (in pratica una vera e propria anticipazione del concetto di Denominazione di Origine Controllata), ed un Decreto con il quale istituiva una Congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini (una sorta di progenitore dei Consorzi). Dal bando di cui sopra: “…per il Chianti è restato determinato e sia. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena…. Quindi un territorio molto diverso da quello tracciato nel 1932 sia per il Chianti in generale che per la sottozona Classico che comprendeva sì Radda, Gajole, e Castellina, ovvero il Chianti vero e proprio, ma anche molti altri comuni estranei alla geografia del Chianti.

Successivamente Ferdinando III di Toscana suddivise il Granducato di Toscana in comunità e province; la provincia del Chianti era costituita dalle comunità di Radda, Gaiole e Castellina, cioè la vecchia Lega del Chianti (i tre terzi di Radda di cui al bando del 1716), mentre Greve (dal 1972 Greve in Chianti) faceva parte del Valdarno.       
I confini della zona geografica Chianti (che è altra cosa dai Monti del Chianti) sono, comunque, oggetto anche oggi di continue discussioni.
Fino a tutto il 1700 il vino della zona del Chianti veniva prodotto utilizzando solo le uve del vitigno sangiovese; dai primi anni del 1800 si iniziò ad applicare la pratica di mescolare varietà diverse di uve per migliorare la qualità del vino prodotto.

In quel periodo vennero sperimentate varie miscele, ma fu il Barone Bettino Ricasoli intorno al 1840 a divulgare la composizione da lui ritenuta più idonea per ottenere un vino rosso piacevole, frizzante e di pronta beva e che sarebbe poi diventata la base della composizione ufficiale del vino Chianti: 70 % di Sangioveto (denominazione locale per il Sangiovese), 15 % di Canaiolo, 15 % di Malvasia; e l’applicazione della pratica del governo all’uso Toscano; tale formula, alla quale successivamente venne aggiunto anche un vitigno a bacca bianca, il Trebbiano, viene utilizzata ancora oggi

Siena, Senarum Vinea

 

 

 

 

 

 

Scheda Denominazione

 

 

 

 

abbinato ai piatti di Un’Itàlia:

Piatto n.88  Peposo alla Fornacina Antica Ricetta-Proposto da:Locanda il Gallo

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