Kodinze (mele essicate)

Il termine “kodinz”, nel dialetto bellunese, indica lo spicchio di mela essiccato. Con questa tecnica venivano trasformate in passato non solo grosse quantità di mele, ma anche di albicocche, di pesche, di prugne, poichè un tempo era difficoltosa la produzione di conserve anche in relazione alla mancanza di strumenti adatti. Il prodotto si rifà dunque a una lunga tradizione locale che aveva nell’essiccazione della frutta un ottimo metodo di conservazione della stessa e consentiva la disponibilità di alimenti energetici e nutrienti anche per coloro che lavoravano nella montagna, come i contadini, i pastori o i boscaioli.
 
Sono spicchi di mele delle varietà locali Rosette o Renette, ma anche della varietà Ferro Cesio, essiccati e distribuiti per il consumo in sacchettini o altre confezioni sigillate.
 
Raccolte le mele, si procede al lavaggio e alla cernita, dopodichè si fanno gli spicchi. Si utilizzano circa 7-8 Kg (a seconda del grado di umidità) di mele per produrre circa 1 Kg di prodotto finito. Gli spicchi vengono stesi su dei telai e successivamente trasferiti nell’essiccatoio ad aria calda. Dal momento in cui l’acqua libera è inferiore ad un determinato valore, e dall’esame visivo la consistenza viene considerata buona, il Kodinze viene lasciato riposare circa mezza giornata. Non viene aggiunto zucchero, conservanti, ne colorati e il prodotto così ottenuto è pronto per essere confezionato.

Direttamente presso l’azienda produttrice o presso alcuni rivenditori della provincia bellunese il prodotto è reperibile durante i mesi autunnali ed invernali.

Le kodinze sono utilizzate consumate da sole oppure nel vin brulè o per la preparazione di crostate e dolci.

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