Il Miele di Matelica

L’alta Vallesina presenta un’importante conservazione della vegetazione spontanea, tanto che la regione Marche vi ha individuato ben 27 aree protette. Ed è in questa oasi di integrità ambientale che le api bottinano il loro nettare, dando origine a deliziosi mieli millefiori, uniflorali di acacia e di castagno; finanche alla preziosa e rara melata di quercia, prodotta in esigue quantità ogni 4-5 anni. La Cooperativa degli apicoltori montani, nata anche con la partecipazione della amministrazione comunale, commercializza questi salubri prodotti di qualità.


 Matelica è situata al centro di una valle compresa tra il Monte S.Vicino e il Monte Gemmo. Il suo territorio è ricco di bellezze naturalistiche e importanti documentazioni storiche di un passato ricco, come i resti della potentissima abazia benedettina di S. Maria de Rotis e la possente Rocca degli Ottoni, entrambe nel magnifico massiccio del S.Vicino. La data di fondazione del primo centro abitato è incerta, Plinio il Vecchio la considera di fondazione Umbra, ma le recenti, importanti scoperte archeologiche attestano come le origini sono probabilmente picene. Dopo la conquista dell’Italia da parte di Roma, Matelica divenne “Municipium Romanum” (89 a.C.). Il suo massimo splendore lo conobbe in età imperiale del I e, soprattutto nel II sec. d.C. Fu conquistata dai Longobardi e successivamente su sede vescovile. Nel 1348 Matelica fu ceduta alla famiglia degli Ottoni i quali divennero i Signori della Città sino al 1576. Durante questo periodo, Matelica divenne un discreto centro culturale e a testimoniarlo troviamo Palazzo Ottoni, Piersanti, Salta, la bellissima Loggia del Mercato, le opere di pittura conservate al Museo Piersanti e nella Chiesa di S. Francesco. Nel 1761 Matelica divenne città e poi la storia dello Stato della chiesa e del Regno d’Italia. La città, come molte altre nell’entroterra marchigiano, con le sue chiese, i suoi monumenti, i resti archeologici e il suo splendido museo, è un gioiello da scoprire.

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