La patata di Rotzo

La patata di Rotzo è una varietà di patata, tipica dell’altopiano di Asiago, in particolare del comune di Rotzo in provincia di Vicenza. Una prima varietà dalla buccia violacea, o nera, veniva già coltivata nel XVIII secolo.Questa varietà ora non è più coltivata.
L’odierna patata di Rotzo dalla buccia bianca o rossa, essendo una varietà “montana” (viene coltivata in terreni di montagna, ad una altezza variabile dai 700 ai m. 1.000 s.l.m.), è caratterizzata da un’alta percentuale di amidi.
La patata di Rotzo viene utilizzata come principale ingrediente della “polenta considera”, piatto tipico dell’altopiano ottenuto da un soffritto a base di cipolla, strutto e cannella, e nella produzione degli gnocchi.
La patata da secoli e’ coltivata da numerose famiglie, per alcune  costituisce una fonte di reddito essa e’ la protagonista in numerosi piatti. questa sua qualità e’ dovuta alla particolarità del terreno che ne favorisce la bontà
Rotzo è uno dei sette comuni dell’Altopiano di Asiago e la sua notorietà la deve in parte alla produzione di patate, una tradizione agricola di antica data, che nei prati, boschi e nell’aria finissima e pura trova un contesto ambientale ideale per esaltare le sue qualità organolettiche.

Arrivata in Europa dopo la scoperta dell’America, la patata, utilizzata inizialmente come cibo per animali, è entrata a far parte dell’alimentazione quotidiana delle famiglie solo alla fine del ‘700, trovando largo consenso proprio nelle zone montane e quindi anche sull’Altopiano, dove il mais cresceva con difficoltà. Per la sua versatilità e la sua possibilità di essere conservata a lungo, divenne tra gli alimenti più importanti.

E’ già una cronaca del ‘700, infatti, a parlare di una patata dalla buccia violacea, o “nera”, che allietava le tavole dei vicentini. La coltivazione tradizionale della patata di Rotzo è citata in una pubblicazione del 1700: “Memorie storiche dei Sette Comuni Vicentini” autore l’abate Agostino Dal Pozzo ed edito dal Comune di Rotzo nel 1820.

L’antica varietà non è più coltivata, ma non di meno la produzione odierna è ancora molto apprezzata. La proverbiale bontà di queste patate di montagna deriva da un concorso di elementi ambientali: suolo di struttura ideale; inverni rigidi che neutralizzano molte malattie; estati fresche e asciutte, che favoriscono al meglio la fruttificazione. La maggiore concentrazione di amidi che ne deriva e altri ineffabili apporti, contribuiscono a dare al prodotto qualità uniche e inconfondibili.

Purtroppo, soprattutto per i buongustai e gli estimatori di questo pregiato tubero, i pochi coltivatori rimasti non riescono a soddisfare le richieste del mercato, anche se a parziale consolazione, in ottobre di ogni anno, si svolge la tradizionale Festa della Patata, occasione per poter assaggiare molti piatti tipici a base di patate, tra cui la tradizionale “polenta considera”, farcita di burro e un pizzico di cannella, da accompagnare al formaggio mezzano e alla sopressa.
La patata di Rotzo è caratterizzata dalla buccia bianca o rossa, che viene commercializzata direttamente dai produttori in sacchetti di diverso peso (da 5 a 50 kg.)

Le varietà impiegate sono: la Bintje, la Desirèe, la Spunta, la Monalisa, l’Alba tutte patate a pasta bianca o giallo-chiara. Le patate di questa zona si distinguono per un’alta presenza di sostanza secca che ne consente una maggiore conservabilità, soprattutto la Desirèe.

Il seme per la riproduzione viene acquistato o riprodotto direttamente in azienda. Si tratta di produzione di nicchia, realizzata in modo tradizionale da piccoli coltivatori che producono da a 20 t. di patate ciascuno.

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