Il rilancio di Pompei parte dall’uva e dalla biodiversità

Il vino degli antichi romani e la biodiversità delle culture nelle campagne attorno agli scavi sono le chiavi del rilancio di Pompei. E’ questa la premessa della nona vendemmia negli scavi della città antica, che darà le 1.800 bottiglie utilizzate come “biglietto da visita” dell’area archeologica nelle ambasciate del mondo. Inoltre, nei 22 ettari racchiusi nell’antica città muraria, ancora gestiti da contadini che pagano un canone di affitto, dove da tempo la coltivazione è regolata con il divieto di utilizzare mezzi pesanti o pesticidi, si è isolata da 250 anni una fascia in perfetto equilibrio biologico che diventa, grazie ad un accordo tra Regione e Commissario delegato all’area archeologica, il terreno su cui attuare un progetto di valorizzazione della biodiversità e promuovere coltivazioni biologiche. I frutti di questa agricoltura, poi, saranno degustati e venduti in appositi corner nelle aree di ristoro degli scavi pompeiani.

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