Il Chinotto di Savona

Già dai tempi dei romani si ha notizia della coltivazione degli agrumi sulla costa  savonese. La coltura più estesa, che aveva fama mondiale, è quella che si faceva in  Liguria, nel territorio di Savona, da circa tre secoli.

La prima coltivazione a livello industriale risale all’inizio dell’ 1800 e ha toccato la sua massima diffusione tra il 1900 ed il 1915. L’utilizzo  dei frutti è nella canditura, per confetture e sciroppi  o  bevande ed  essenze.

Il Chinotto è un alberello sempreverde, la cui  origine non è stata esattamente accertata. Prevale l’opinione che si tratti di una mutazione dell’arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta. I fiori sono piccoli, bianchi, molto profumati, solitari o riuniti in gruppi
La fioritura ha inizio generalmente verso la metà del mese di aprile. I frutti, disposti a grappoli, sono di piccole dimensioni (meno di grammi 50), della grandezza di una grossa albicocca, sferici, ma alquanto appiattiti alla base La buccia sottilissima è di colore giallo-arancio, intensamente profumata; la polpa si presenta gialla, poco sugosa, leggermente amara e con 8-10 spicchi. L’invaiatura dei frutti avviene agli inizi di novembre. Il Chinotto è ritenuto una mutazione (gemmaria) dell’arancio amaro.

Si raccoglie con tempo asciutto e dopo che i frutti non sono più umidi della rugiada che si è condensata durante la notte.
La raccolta dei frutti avviene manualmente, attuata sia da terra che con scale, con l’ausilio di apposite forbici, per non privarli della rosetta, e di parte del picciolo. Può essere scalare: da metà settembre a tutto novembre, a seconda dell’utilizzo finale. In media una pianta può dare, nel periodo medio di produttività, 400-500 frutti delle diverse dimensioni e dei diversi gradi di maturazione..

In Europa fu tradizionale, alla fine del 1800 e fino al 1918, un uso esteso dei frutti , parzialmente trattati per ridurre il sapore amaro e sciroppati in soluzioni zuccherine; furono consumati come aperitivo, assieme a bevande alcoliche come i vini all’assenzio
il prodotto sciroppato è ancora in vendita. I frutti, dei quali esistevano estese coltivazioni  erano esportati in vari paesi europei, ora si coltiva solo nel territorio rivierasco che va da Varazze a Finale

Il primo laboratorio di canditura in Liguria risale al 1877 quando la Silvestre-Allemand, azienda del sud-est della Francia,si trasferì a Savona
Il chinotto acclimatatosi sulla riviera ligure di Ponente, si dimostrò più adatto alla trasformazione per le dimensioni ridotte, la buccia più spessa, resistente e profumata e la maturazione precoce. In pochi anni nacquero molti stabilimenti locali che, impiegando le tecniche introdotte dai francesi, affinarono l’arte della canditura, ponendo le basi di un’importante tradizione pasticciera.

Il succo di chinotto è componente in molte bevande digestive e in amari. La maggior parte di esso viene comunque impiegata per la produzione dell’omonima bevanda, conosciuta in Italia appunto come Chinotto

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