DIMMI CHE COSA MANGI E TI DIRÒ CHI SEI

«Bisogna mangiare di tutto e nelle proporzioni giuste», dice Michele Carruba. Che ricorda: «Il cibo che mangiamo “diventa” noi stessi».

 

  Al rientro dalle vacanze, quattro italiani su dieci, si ritrovano a dover smaltire almeno due chili di troppo accumulati durante l’estate. È quanto emerge da un sondaggio della Coldiretti, secondo il quale gli eccessi dei menù estivi sembrano aver aggravato la già non proprio perfetta forma fisica di un popolo di buongustai, che spesso non ce la fa a resistere alle tentazioni della tavola. Gli italiani che litigano con la bilancia sono infatti molti: «Ben quattro su dieci (il 43 per cento)», ricorda la Coldiretti, «risultano sovrappeso o addirittura obesi (11 per cento), con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle donne». I veri e propri italiani ciccioni sono aumentati del 25 per cento negli ultimi 15 anni, per un totale di oltre quattro milioni; e sono più diffusi al Sud, mentre gli over 40 anni sono i più a rischio. Che cosa fare per ritornare al peso ideale? E per conservarlo, senza sottoporsi a diete dissennate e dannose? Ecco alcuni consigli per restare in forma.
Ogni giorno ha la responsabilità del più grande ristorante per bambini d’Italia: circa 70 mila pasti che finiscono sulle tavole dei nidi, degli asili, delle scuole elementari e medie di Milano. A questi, se ne aggiungono altri 10 mila diretti alle case di riposo della città. Michele Carruba è il presidente di Milano Ristorazione, la società che gestisce la refezione per conto del Comune. È anche docente di Farmacologia all’Università di Milano e direttore del Centro studi e ricerche sull’obesità. Insomma, è uno che quando parla di alimentazione sa quel che dice. Mostra subito con orgoglio un depliant distribuito alle famiglie: contiene giorno per giorno i menù per i bambini delle scuole. Ogni proposta è accompagnata da consigli rivolti ai genitori su cosa preparare per la cena: «I menù hanno come base la dieta mediterranea, quella che meglio consente all’organismo di assimilare tutto ciò di cui ha bisogno, dalle vitamine agli antiossidanti, ai sali minerali. Abbiamo chiesto la collaborazione dei genitori per rispettare due regole essenziali di questa dieta: la varietà e il bilanciamento. Bisogna mangiare di tutto e nelle giuste proporzioni. Il fabbisogno energetico giornaliero è: 55-60 per cento carboidrati, 25-30 per cento grassi, il resto proteine».

Perché è così importante imparare a “mangiare bene”?

«Il nostro organismo è in continuo mutamento. Le cellule muoiono per essere sostituite da altre e questo processo può avvenire solo attraverso l’alimentazione. Il cibo che mangiamo “diventa” noi stessi, non solo il nostro corpo, ma anche la nostra mente. Se una persona soffre di anoressia, la prima cosa da fare è darle da mangiare. Qualsiasi cura psicologica è inutile, se prima non si rifornisce il cervello dei nutrienti necessari per poter funzionare».

 Esistono cibi “medicinali” e cibi “velenosi”?

«In senso assoluto no. Come ho detto prima, le regole essenziali sono la varietà e il bilanciamento. È chiaro che se mangio tutti i giorni patatine fritte, dopo un po’ mi sento male, così come se non tocco quasi mai frutta e verdura. Purtroppo l’alimentazione diventa sempre più un business e ogni giorno spuntano nuove diete miracolose che invece sono dannosissime. Quando leggo su riviste annunci come corri in edicola e scopri la nuova dieta delle banane , penso che sicuramente sarebbe più utile per la mia salute correre più volte attorno all’edicola senza acquistare il giornale».

Parlando di frutta e verdura, nei menù che proponete ai bambini è sempre presente. Ma poi la mangiano?

«I bambini di oggi tendono a mangiare sempre le stesse cose, non tanto per il gusto, ma perché rifiutano ciò che non conoscono. Ne ho conosciuti tanti convinti che le carote crescano sugli alberi, o altri che disegnano polli senza penne perché non ne hanno mai visto uno. Partendo da questo dato, organizziamo periodicamente visite a fattorie dove i bambini partecipano alla semina e alla raccolta. Già questo li incuriosisce. Poi, con l’aiuto di cuochi, facciamo vedere loro in quanti modi frutta e verdure possono essere preparate. Tra tante ricette, di certo ce ne sarà una gradita. Il risultato è che il 75 per cento ha iniziato a mangiarle regolarmente. I genitori possono fare altrettanto: le nostre campagne sono piene di agriturismi e di fattorie didattiche».

Ma è vero che la frutta va mangiata solo lontana dai pasti?

«Assolutamente no e lo stesso vale per altre leggende metropolitane, come quella secondo cui non bisogna mescolare carboidrati e proteine in uno stesso pasto. L’importante è aver assimilato tutti i nutrienti che ci servono alla fine della giornata: farlo prima o dopo non cambia nulla».

Come sono cambiate le nostre abitudini alimentari?

«Il pasto per secoli è stato un momento importante della giornata, un occasione in cui ci si ritrovava tutti insieme. Non c’era l’abbondanza di oggi, ma si mangiava con calma, a intervalli regolari, con il gusto di assaporare i cibi. C’erano la colazione, il pranzo, la cena e due spuntini. Invece adesso spesso si salta la colazione o il pranzo, oppure ci si accontenta di un sandwich preparato chissà con che cosa e divorato in tutta fretta. Non riconosciamo più i segnali del nostro corpo che ci dice non solo quando, ma anche cosa mangiare. Non sappiamo più distinguere fra fame e appetito, fra il bisogno e il desiderio di cibo. La pubblicità orienta le nostre abitudini: magari avrei voglia di una bella pastasciutta, ma come resistere all’hamburger o agli invitanti piatti pronti che si vedono in Tv?».

Lei dove va a fare la spesa?

«Di solito al supermercato, dove sono sicuro di trovare prodotti che sono sottoposti a controlli rigorosi. Mi capita anche di fare acquisti direttamente dai produttori, ma non enfatizzerei troppo quest’aspetto. Io sono cresciuto in campagna, ma se adesso bevessi un uovo appena fatto come facevo da bambino, come minimo mi prenderei la salmonellosi. Questo accade perché il nostro organismo ha una grande capacità di adattarsi all’ambiente in cui si trova, come chiunque si rende conto quando si trasferisce all’estero. Nei primi giorni, i cibi locali ci sembrano immangiabili, poi piano piano ci abituiamo».

Come bisogna comportarsi con i grassi e con i dolci?

«Per i grassi, bisogna sfatare un luogo comune: non esistono in sé grassi buoni gli insaturi e i polinsaturi che si trovano per esempio nell’olio extravergine d’oliva, nel pesce azzurro, nella frutta secca e grassi cattivi . Se la quantità di grassi che introduco in un giorno supera il 30 per cento, fa comunque male alla salute. Per i dolci, occorre tornare anche in questo caso alla saggezza della tradizione, quando si mangiavano le torte, i biscotti, i pasticcini, solo in occasioni particolari, come le feste, i compleanni o alla domenica».

Non fa mai strappi alle regole?

«Certo, ma posso permettermelo perché ormai sono talmente abituato a mangiare in modo razionale che non mi costa fatica farlo. Non è che ogni volta che sono a tavola mi metto a contare le calorie: mi viene naturale, il mio corpo sa di cosa ho bisogno. Il mio piatto preferito? Da buon siciliano, spaghetti conditi con pesce e verdure. È un ottimo piatto completo, come il pane e companatico che i vecchi contadini portavano con sé. Abbiamo ancora molto da imparare da loro».

 

fonte famigliacristiana

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