E se la Pac premiasse il bio ?

Spostare i finanziamenti dalla ricerca sull’ingegneria genetica vegetale a quella sull’agricoltura biologica e su recupero e valorizzazione della biodiversità di interesse agrario, tenendo sempre presente che il cibo e il territorio non sono merci, ma beni comuni e che, come per tutti i settori produttivi, anche la filiera agroalimentare deve mettere in campo modelli di produzione sostenibili e ‘depetrolizzati’. Ma non solo.”La Pac del futuro deve investire in reti di conoscenze capaci di premiare la partecipazione dei produttori e la specificità ecologica e sociale dei territori e di offire idee innovative per un cambiamento di paradigma economico”, spiega Vincenzo Vizioli, presidente della Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, intervenuto oggi al convegno romano “Una politica agricola (per il bene) comune” promosso da Cgil, Firab e Legambiente.
Per ridefinire le priorità tematiche della ricerca in agricoltura, la fase è proprio quella giusta visto che sono in discussione le proposte legislative della Commissione Europea sul nuovo programma quadro di ricerca “Orizzonte 2020″ e due giorni fa è uscita la comunicazione al Parlamento Europeo relativa al parternariato per l’innovazione “Produttività e Sostenibilità dell’Agricoltura” in collegamento proprio con il nuovo programma quadro e le proposte di riforma della Pac.
“In Italia si continua a perdere terreno agricolo e fertilità dei suoli, a consumare territorio e risorse idriche con gravi conseguenze ecologiche e ambientali, accentuate dai mutamenti climatici in corso”, dice Giorgio Zampetti, della segreteria nazionale di Legambiente.“Una risposta forte a tutto questo – sottolinea Zampetti – può arrivare da un modello agricolo multifunzionale che ha un ruolo sempre più importante nella tutela del territorio dal rischio idrogeologico, nella gestione sostenibile delle risorse idriche e nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Obiettivi da raggiungere nell’interesse, oltre che della collettività, degli agricoltori stessi. Per questo motivo ribadiamo che la nuova Politica Agricola Comune deve prevedere strumenti concreti per una riforma in questo senso del settore”.
Di ricerca nel settore primario si parlerà anche il 7 marzo a Bruxelles, giorno in cui si terrà una conferenza della Commissione sui temi della ricerca e dell’innovazione in agricoltura, con la partecipazione di Aiab e Firab. Sarà l’occasione per mettere in primo piano l’agricoltura biologica e gli agricoltori nel futuro delle strategie di ricerca evitando che vengano considerati i soli interessi dell’industria.
(Adnkronos)

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