Gasolio e fisco: la protesta dei pescatori

Fisco, accesso al credito e norme comunitarie. Sono questi i nodi principali della protesta dei pescatori, la cui miccia è dovuta soprattutto al ‘caro carburante’. L’aumento del prezzo del gasolio, sottolinea infatti Coldiretti Impresa Pesca, costa oggi 2 mila euro a impresa, con incrementi del 25% rispetto a dodici mesi fa. Almeno nove le “mosse” necessarie per portare il comparto (oltre 13 mila imbarcazioni) fuori dalla crisi, evidenziano le tre associazioni cooperative Agci Agrital, Federcoopesca e Lega pesca: esclusione dell’Iva per il carburante dei pescherecci; semplificazione in tema di licenze di pesca e nulla osta per ridurre i tempi burocratici; agevolazioni per l’accesso al credito; recupero dei fondi già stanziati sull’emergenza ‘caro gasolio’; definizione delle taglie minime delle specie ittiche per armonizzare la normativa nazionale a quella comunitaria; semplificazione degli adempimenti in materia di lavoro per le cooperative che associano imprese di pesca; applicazione di un credito di imposta per fronteggiare i rincari dei prezzi dei prodotti petroliferi; estensione della Commissione provinciale per il trattamento sostitutivo della retribuzione ai lavoratori agricoli (Cesoa) anche alla pesca; agevolazioni per la vendita diretta dei prodotti ittici. (ANSA)

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