Giornata Mondiale dell’Acqua: Guidi, irrigare per produrre cibo non è uno spreco

“L’appuntamento del World Water Day fa riflettere sul fatto che la ‘sfida dell’acqua’ non riguarda solo il Terzo Mondo, ma anche i Paesi avanzati. Uno dei problemi maggiori resta quello di una rete idrica nazionale obsoleta”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi.
“Il nostro Paese – afferma il presidente di Confagricoltura – dovrà confrontarsi sempre più con i problemi legati all’uso dell’acqua, rivedendo le proprie strategie di gestione e di risparmio, creando le infrastrutture sufficienti ad accumularla e metterla a disposizione nei momenti in cui serve”.
“Molti, quando si parla del bene acqua, mettono sul banco degli imputati l’agricoltura per la quale la risorsa idrica è uno strumento di produzione – ha detto il presidente Guidi -. Ci tengo a sottolineare con forza che l’agricoltura non spreca l’acqua, ma la usa per produrre cibo, il bene primario assoluto. Ci deve comunque essere un’attenta politica che dia modo, attraverso la ricerca e l’innovazione, di ottimizzare quest’uso. I piani di sviluppo rurale post 2013 delle Regioni andranno riscritti in questo senso ed è fondamentale una particolare attenzione al ruolo dei consorzi di bonifica, che sono strumenti di competitività per le imprese agricole. La bonifica è gestione del territorio in una sussidiarietà spesso richiamata da molti, ma che solo i consorzi riescono a realizzare completamente ed efficacemente”.
Confagricoltura pone in evidenza come oltre il 40% della produzione agricola si avvalga dell’irrigazione che ha un ruolo chiave nel garantire la qualità della produzione ed è, pertanto, un elemento basilare della strategia complessiva dell’agricoltura italiana. I 2/3 delle esportazioni di prodotti agricoli provengono da colture irrigue.
“Peraltro – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – l’utilizzo dell’acqua in agricoltura prevede sempre una quota di reimpiego, in quanto quella non direttamente utilizzata dalle coltivazioni torna nel sottosuolo”.

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