Il sud mantiene la sua vocazione agricola

Sono quattro i cardini attorno ai quali si sviluppa la giovane agricoltura del Sud: territorio, orizzonte, senso di responsabilità, passione. Sono le parole d’ordine dei Giovani Imprenditori delle regioni del Sud delle regioni Campania, Puglia, Molise, Calabria, Basilicata e Sicilia, riuniti a Napoli nella prima Assemblea di Giovani Impresa del Mezzogiorno d’Italia. “I giovani di Coldiretti rappresentano una delle espressioni migliori del nostro Sud – ha aperto i lavori dell’Assemblea, Gennarino Masiello, Presidente della Coldiretti Campania – con la capacità di intraprendere, anche in un momento di così grave crisi, esercitando al contempo il ruolo di imprenditori e di rappresentanza degli interessi dell’intera categoria”. Un Sud diverso, innovativo, fresco, dinamico, fatto di 50.000 imprese agricole “giovani” e 91 produzioni riconosciute a livello comunitario, di cui 61 DOP e 30 IGP, un patrimonio di valore inestimabile per le regioni Calabria, Campania, Basilicata, Molise, Puglia e Sicilia, rappresentate a Napoli da oltre 700 giovani rampanti dell’imprenditoria agricola meridionale. “Lo scenario è complesso – ha precisato il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo – sia a livello comunitario, con la riforma della PAC che prevede un taglio importante delle risorse finanziarie a disposizione, sia nazionale, aggravato dalla difficoltà di accesso al credito delle imprese agricole. Importante la strada intrapresa di conquista dei consumatori, veri alleati del settore agricolo, destinatari, assieme agli imprenditori agricoli, della progettualità della Coldiretti”. Il settore primario, che all’interno del sistema economico per decenni ha sofferto di quell’immagine di arretratezza e declino riacquista importanza, per i giovani ed in questo momento di drammatica crisi il mondo politico deve concentrarsi su quelle che sono le opportunità occupazionali più a portata di mano, soprattutto per i giovani. Strutturalmente il Sud mantiene la sua vocazione agricola, con il settore primario al 3,3% sul valore aggiunto totale rispetto all’1,5% del Centro-Nord. Forti possibilità di occupazione in agricoltura, hanno le persone con un più elevato grado di professionalità, quali le figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, l’utilizzo di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola all’interno dell’azienda.

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