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“Un sistema che non è in linea con il mercato e che aumenta il numero di adempimenti burocratici delle aziende, in palese antitesi con la linea di governo sulla semplificazione”. Questo il giudizio di Confagricoltura sul nuovo Sistema per la produzione integrata presentato dal ministero delle Politiche agricole.
“Il sistema così impostato non è uno strumento di competitività – prosegue l’organizzazione degli imprenditori agricoli – perché non è omogeneo nella sua applicazione e difficilmente utilizzabile dai nostri acquirenti. Inoltre, non tiene conto delle registrazioni che gli agricoltori già effettuano per rispettare i disciplinari, già richiesti dalla grande distribuzione. In pratica, si vanifica il lavoro realizzato negli anni dalle aziende in campo agro ambientale ed occorre evitare che la proposta presentata divenga requisito minimo di riferimento per percepire i pagamenti agro-ambientali o per il rispetto della direttiva sull’uso sostenibile dei fitofarmaci attesa in vigore nel 2014”.
Confagricoltura prospetta alcuni soluzioni. Includere nel sistema nazionale di qualità per la produzione integrata tutte le più importanti certificazioni esistenti già richieste dal mercato mediante il mutuo riconoscimento, in modo tale che le aziende non debbano subire ulteriori controlli e certificazioni. Permettere agli imprenditori di accedere alle misure agro ambientali senza dover applicare i nuovi strumenti di gestione. Chiedere alle Regioni di definire le stesse metodologie di controllo, soprattutto per le analisi multiresiduali.