Test low cost per miele sicuro a tavola


In arrivo, sul mercato quest’anno, test di screening più veloci e meno costosi per i contaminanti nel miele. Grazie a ‘Conffidence’, un progetto di ricerca che ha ricevuto 5,8 milioni di euro di finanziamento dell’Unione Europea. I nuovi test puntano a risparmiare tempo nel ciclo di produzione e anche aumentare il numero dei campioni monitorati, aumentando significativamente la sicurezza degli alimenti. “C’è un grande mercato per il miele in Europa, ma ci sono anche parecchi avvisi sui livelli di antibiotici presenti in esso; e sono lotti interi quelli che rischiano di essere rovinati se la contaminazione è scoperto solo alla fine della catena di distribuzione, con gravi implicazioni finanziarie” ha spiegato il coordinatore del progetto Jacob de Jong. Gli antibiotici sono usati per trattare o prevenire l’infezione negli alveari, ma i residui potrebbero essere trasmessi all’uomo attraverso il miele, e ci sono ovvie implicazioni per lo sviluppo di resistenza agli antibiotici negli esseri umani. Il nuovo multi-sonde potrà testare otto campioni in meno di 45 minuti, e è in grado di individuare quattro diversi tipi di antibiotici: cloramfenicolo, sulfamidici, fluorochinoloni e tilosina. “Fino ad ora non ci sono stati test rapidi in grado di rilevare più di un antibiotico in una sola volta, invece questa nuova prova non solo lo consente, ma può essere utilizzata in condizioni di campo” ha concluso de Jong, che lavora presso Rikilt, l’Istituto di sicurezza alimentare nei Paesi Bassi. I test sono stati sviluppati come parte del progetto quadriennale, al via nel 2008 con l’obiettivo di sviluppare metodi di rilevamento economico per i contaminanti in alimenti e mangimi. Le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza alimentare in Europa hanno ispirato il progetto, che, dal suo completamento nel maggio 2012, avrà un costo totale di oltre 7,1 milioni di euro, dei quali 5,6 provenienti dal 7/mo programma quadro della Commissione europea. Conffidence è una collaborazione tra otto istituti di ricerca, cinque università, due grandi prodotti alimentari e le aziende di alimentazione e una Pmi in dieci paesi, il cui lavoro comprende il rilevamento di una vasta gamma di contaminanti, tra cui metalli pesanti, inquinanti organici e di biotossine. De Jong ritiene che l’attuazione di tale analisi con buon rapporto costi-efficacia, e rapidità, salverà milioni di euro dell’industria alimentare europea. (ANSA).

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