Una storia culinaria che cammina con la città di Utrecht

Al Grand Hotel Karel V a cinque stelle (www.karelv.nl) , situato nel centro storico di Utrecht si può trovare raffinatezza ed eleganza con un bel po’ di passato alle spalle. Durante la ristrutturazione dell’albergo, prima adibito alla cura dei malati, dei feriti e degli anziani e poi nel 1348 a monastero dell’Ordine cavalleresco tedesco, per ospitare nobili che entravano in convento per dedicarsi alla fede ed alla sua difesa, si è cercato di mantenere viva la storia della struttura. È questa chiave di lettura si può trovare nel Gran Ristorante Karel V, già refettorio dei monaci, che esercitavano la regola del silenzio, scandito solo dalle parole del predicatore che dal pulpito leggeva i sermoni.
Ma anche il vecchio granaio, che nel Medio Evo aveva la funzione di preservare i contenitori di birra,  è oggi adibito a sala di accoglienza. Ma tutto sembra fermo nel tempo dal momento che, grazie ai nuovi proprietari che hanno ristrutturato completamente il prestigioso albergo inaugurato nel 2000, si è voluto conservare traccia del nobile passato. Un esempio è il ristorante che deve il suo nome a Carlo V «che – ci dice il Direttore – non a caso è venuto qui riscaldandosi al calore del caminetto sopra il quale è in mostra lo stemma reale, l’aquila a due teste, forgiato in pietra arenaria e ritrovato nel corso del restauro ». Tutto è rivisto in chiave moderna e funzionale ( da non dimenticare che Carlo V visitò il complesso, insieme alla sorella Maria d’Ungheria, nel Cinquecento per assistere alle riunioni dell’ Ordine del Toson d’Oro) e molta acqua e passata sotto i ponti…
Il fascino della storia ci ha proprio contagiato, sarà anche l’aver visitato Utrecht per l’inizio dei festeggiamenti per i Trecento anni dei Trattati, e ne vogliamo sapere di più di questo complesso che in punta di piedi andiamo ad esplorare, affascinati da specchi e candelieri mastodontici.
Dunque il complesso venne acquistato in tempi più recenti, siamo nel 1807, dal re Luigi Napoleone (fratello del più famoso Napoleone Bonaparte) per 50.000 fiorini, ma non se la godette il re Luigi, perché passò alla casa degli Orange che decise di realizzare qui l’ospedale che è stato in funzione fino al 1989. Poi subentrò la decadenza e la recente ristrutturazione che è durata ben tre anni e mezzo.
Il Ristorante è all’altezza delle aspettative e la cucina è veramente al top, a cominciare dall’ accurata ospitalità e disponibilità del maitre e sommelier, Johan Kragtwijk, coadiuvato dai comin de cousin, alla grande professionalità e bravura, non a caso qui siamo in un ristorante stellato, fornita dallo chef , Jeroen Robberegt.
«I nostri ospiti – dice Jeroen – si aspettano il meglio del meglio. E noi ci impegniamo a fare del nostro meglio per la nostra clientela». 
Ma quale è il segreto dello chef ?
Niente è lasciato al caso, ogni ingrediente che si trova nel piatto ha una sua funzione, cominciando dalla carota che mantiene intatto il suo sapore in perfetta sintonia con la carne  o il pesce. Il risultato è che il piatto di portata è veramente saporito e ben combinato… parola di chi l’ha provato.

 

autore Vera De Luca

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