Dagli spaghetti di soia al cous cous, è boom di cibi etnici

Negli scaffali dei supermercati ci sono sempre più confezioni di cous cous, spaghetti di soia e altri cibi “etnici” apprezzati dai consumatori immigrati  ma anche dai tanti italiani aperti alla cucina del mondo. Questi prodotti, ricorda Coldiretti, hanno avuto il maggior tasso di crescita tra le diverse tipologie di consumo (cibi pronti, salutistici, di base, ecc.) con un aumento record del 71 per cento dal 2003 al 2009.

Sulla base delle elaborazioni Ref su dati Iri-Infoscan relativi al primo semestre 2009, il “carrello etnico” è stato di gran lunga il più dinamico della distribuzione commerciale ma la diffusione di questi cibi è in crescita anche nei pubblici esercizi. Dal 2000 a oggi, infatti, i ristoranti etnici sono praticamente raddoppiati i ristoranti etnici passando dalle 2.511 unità a oltre 4.000.

Nelle pieghe di questo boom si nascondono però anche situazioni a rischio. Qualche giorno fa a Roma i Nas hanno sequestrato 60 tonnellate di cibi etnici, conservati in pessime condizioni igieniche in alcuni magazzini della capitale.

I controlli, sostiene la Coldiretti, sono necessari per “la tutela dei consumatori anche immigrati che apprezzano questo cibo”. “Occorre peraltro – conclude l’associazione – intervenire in modo strutturale con l’obbligo di indicare la provenienza del cibo in etichetta per consentire la rintracciabilità della produzione in vendita e favorire acquisti consapevoli da parte dei consumatori”.

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