Festa della filiera corta a Firenze: il global warming si combatte anche a tavola

 
 

E´ stata un successo la kermesse pro-clima promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Legambiente Toscana e Movimento difesa del cittadino. A Firenze, in occasione del quarto compleanno di Kyoto, «Centinaia di coppie – dice Legambiente toscana – hanno deciso di festeggiare il week end di San Valentino a lume di candela nelle circa cinquanta aziende agrituristiche toscane che hanno aderito al progetto. Niente corrente elettrica, dunque, niente elettrodomestici e tv accese, e menù a km 0, per una festa romantica che ha contribuito a sensibilizzare tanti consumatori a porre attenzione all´abuso energetico che contribuisce a inquinare l´ambiente e a peggiorare il clima».

La sera del 16 febbraio c´è stata una cena pro filiera corta per sollecitare leggi e regole adatte a favorire la diffusione dei prodotti locali, «nell´interesse dell´ambiente, dei consumatori e dei produttori agricoli dice Coldiretti – In tavola, solo prodotti rigorosamente toscani, che, per arrivare nei piatti, hanno percorso solo una manciata di km. Zero se confrontati con le decine di migliaia di chilometri necessari per fare arrivare a destinazione i cibi che sprecano energia ed esposti provocatoriamente vicino al meglio del made in Tuscany».

Coldiretti ha infatti allestito la mostra “A tavola si Combatte l´Inquinamento”, mettendo in vetrina i prodotti provenienti da paesi europei ed extraeuropei che, per arrivare nelle nostre cucine, percorrono lunghe distanze con consumo di grandi quantità di carburante e l´emissione di CO2 in atmosfera.
Ogni alimento esposto e acquistato nella rete della grande distribuzione organizzata toscana era accompagnato dai km percorsi, dal petrolio utilizzato per il trasporto, dai kg di CO2 emessa durante il viaggio per raggiungere le tavole fiorentine.

E´ stata anche stilata una classifica e, spiega Legambiente, «I maggiori nemici del clima sono i prodotti che viaggiano in aereo, come l´uva nera del Perù, la quale, emettendo 19 kg di CO2 per ogni kg di prodotto, risulta in testa alla top ten. Forti emissioni di anidride carbonica anche per l´uva bianca proveniente dal Sudafrica, che per arrivare sulle nostre tavole percorre 8700 chilometri in aereo, emettendo alla fine 16 kg di Co2 al kg, valore raggiunto quasi anche dal melone bianco brasiliano. Cocco e mango dal Ghana e clementine da Israele seguono non troppo da lontano nella classifica “dei cattivi”. Semplici dati, che dicono che quando si parla di filiera lunga e soprattutto di trasporto aereo, sono più i kg di CO2 emessi che quelli di prodotto consumato. Forte impatto ambientale anche per i 25 mila km percorsi dal vino Shiraz australiano, che tuttavia, spostandosi in nave, costa all´ambiente “solo” 0,75 kg di C02 al kg di prodotto. Costano tanto al clima anche i ceci che arrivano nei supermercati dal Messico (0,315 kg C02 / kg prodotto) o l´insalata belga che arriva dall´Olanda in camion frigo».

Insomma, ancora una volta viene confermato che bisogna consumare prodotti locali e di stagione e fare attenzione agli imballaggi ed alla provenienza di quel che si compra. Così, anche in tempo di crisi, ogni famiglia potrà dare a tavola un contributo significativo alla lotta al cambiamento climatico ed al riscaldamento globale.

 

fonte GreenReport

www.greenreport.it

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