Il vino, il prodotto per eccellenza delle esportazioni agroalimentari italiane, con Salcheto è a impatto zero.

 Sugli scaffali le  bottiglie di vino con bilancio delle emissioni di CO2 certificato: sono quelle della vendemmia 2009 di Salcheto e questa vendemmia 2011, per Salcheto, è la prima “Off Grid”, infatti tutta l’energia necessaria nelle varie fasi di lavorazione è autoprodotta  
Salcheto è la prima azienda vitivinicola in Europa ad essersi preoccupata delle emissioni  in ogni aspetto di produzione del vino, calcolandone proprio la quantità per ogni singola bottiglia:: 1,83 kg di anidride carbonica
A luglio è nata una nuova certificazione, l’impronta di Carbonio o Carbon Footprint, che misura l’indice di emissione della CO2 ed altri gas nocivi nella produzione di una bottiglia di vino.
Tale certificazione rilasciata dall’ente Csqa, (Certificazione Qualità e certificazioni Iso) è arrivata alla fine di uno studio condotto presso l’azienda Salcheto di Montepulciano, nell’ambito del progetto Siena Carbon Free 2015: che porterà la provincia di Siena, nel 2015, ad essere la prima vasta area europea Carbon Free, cioè a zero emissioni di CO2.

Michele Minelli, un socio fondatore, aveva promesso che Salcheto sarebbe stata “Carbon Free” e sembra proprio sia riuscito a mantenere la promessa, diventando un modello produttivo da seguire. In Salcheto il gruppo di lavoro “Carbon Free” dell’azienda ha presentato nei mesi scorsi la Carta di Montepulciano della Carbon Footprint del vino che, attraverso un decalogo,  indica un percorso per raggiungere la sostenibilità ambientale del vino in ogni fase del suo processo, sia in termini di emissioni di gas serra che nella gestione delle risorse energetiche.

Disponibile sul sito della Carta di Montepulciano, lo riproponiamo qui di seguito:

Decalogo della Carbon Footprint del Vino
    E’ fondamentale che lo sviluppo della Carbon Footprint favorisca innanzitutto il miglioramento interno e l’innovazione volti alla riduzione delle emissioni e solo come ultima opzione la compensazione esterna;
    E’ altresì fondamentale promuovere e sostenere a livello locale, nazionale ed internazionale un approccio omogeneo allo studio ed alla certificazione della Carbon Footprint;
    Si riconosca un ruolo prioritario per lo studio della Carbon Footprint alle norme ISO 14064 (e futura ISO 14067) ed al protocollo Ita.Ca. (in coordinamento con IWCC, Bilan Carbone ed il futuro protocollo della O.I.V.);
    Si definiscano i confini di analisi della Carbon Footprint in maniera omogenea per tutti i casi di studio ed in particolare considerando sempre, oltre alle emissioni legate al consumo diretto ed indiretto di energia, quelle emissioni indirette derivanti dall’uso di tutti i materiali acquistati lungo il processo produttivo e di tutti i trasporti a monte ed a valle del processo produttivo;
    Essendo il vigneto un sistema complesso, la quantificazione dell’assorbimento dello stesso sia ottenuta utilizzando metodi/protocolli che privilegino l’approccio ecosistemico (atmosfera-pianta-suolo);
    Nella metodologia di analisi di Carbon Footprint del Vino che adotta l’approccio ecosistemico per la quantificazione degli assorbimenti del vigneto, si dovrà includere il calcolo di quelle emissioni dirette derivanti dall’uso di materiali sottratti al vigneto quali principalmente uva e sarmenti;
    La presenza nelle aziende vitivinicole di patrimoni arbustivi non strumentali alla produzione di vino non può essere compresa nel campo d’azione della sua analisi della Carbon Footprint;
    La comunicazione della Carbon Footprint, soprattutto se rivolta al consumatore deve rispettare i principi di verificabilità e trasparenza; in particolare devono sempre essere resi disponibili i metodi/protocolli utilizzati;
    Nella comunicazione al consumatore della Carbon Footprint, devono essere sempre forniti in maniera disaggregata i dati relativi agli assorbimenti del vigneto;
    La verifica di parte terza è fondamentale per garantire che la Carbon Footprint del Vino sia completa, omogenea e paragonabile, elementi essenziali per fare di questo strumento di analisi una leva per lo sviluppo sostenibile del settore.

Sul sito inoltre, è possibile per le associazioni di categoria, imprese vitivinicole e per tutti i soggetti interessati, aderire e sottoscrivere il Manifesto della Proposta di Percorso alla Carta di Montepulciano e divenire protagonisti, anche a livello mondiale, della sfida per la sostenibilità ambientale nella produzione del vino.
SapereSapori il 26 luglio 2011  ha sottoscritto il manifesto della Carta di Montepulciano  condividendone i principi ispiratori. Bravo Michele!!
il certificato

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