Dolce o salato ma sempre “Il Fiadone” abruzzese

Fiadone salato:

Ampiamente diffuso nelle aree litoranee. La ricetta presenta delle varianti sia rispetto agli ingredienti utilizzati, sia per la procedura di realizzazione e sia per la forma stessa del dolce. Il tipo salato è tipico del periodo pasquale ed è una sorta di torta rustica ripiena di formaggi e/o ricotta e uova. Esistono anche versioni mignon o monoporzione, dalla forma simile a quella di un raviolo o di un piccolo panzerotto facilmente reperibile nei forni e nelle gastronomie di ogni città. Per la pasta si lavorano 4 uova per 600 g di farina tipo “00”, un bicchiere di olio extravergine d’oliva, un bicchiere di latte in cui è stata sciolta una bustina di lievito e sale (per la preparazione del tipo dolce si aggiungono all’impasto quattro cucchiai di zucchero). Si impasta energicamente per ottenere un impasto omogeneo da spianare con il mattarello fino a raggiungere uno spessore di 3-4 mm. Si fodera con la pasta così ottenuta una tortiera già oliata avendo l’accortezza di lasciare un bordo di circa 5 cm che servirà, una volta versato il ripieno nello stampo, per ricoprire i bordi del fiadone. La pasta, precedentemente lasciata da parte, viene lavorata e tagliata a striscioline che verranno disposte a rombo o a croce sulla superficie del fiadone. A parte si prepara il ripieno amalgamando con un cucchiaio di legno in una terrina il formaggio grattugiato (o la ricotta di pecora asciutta nei fiadoni dolci), le uova sbattute (per il tipo dolce aggiungere lo zucchero), due bustine di lievito, pepe e noce moscata. Una volta ottenuto un impasto cremoso e omogeneo, lo si versa nella tortiera rivestita in precedenza e si spennella la superficie della torta con un uovo sbattuto. Il fiadone è pronto per essere infornato a 180-200°C per circa tre quarti d’ora, fin quando risulterà ben gonfio e colorito. Dopo la cottura assume un bel colore dorato tenue e traslucido; di solito viene guarnito sulla parte superiore con strisce di pasta disposte in modo da formare dei rombi o delle croci che conferiscono al prodotto una singolare tipicità. Al taglio si evidenzia la farcitura interna di colore giallo, una consistenza semicompatta e/o spugnosa e un profumo fragrante di formaggio. Il fiadone ha assunto un valore gastronomico importante nella storia; negli anni, infatti, la ricetta del fiadone si è modificata negli ingredienti fino ad assumere un ruolo di tipicità e di collegamento alla festività religiosa della Santa Pasqua. Le strisce di pasta disposte a croce sul dolce nel periodo pasquale simboleggiano la croce di Gesù Cristo e vengono decorate anche con foglie di olivo benedetto, quasi a simboleggiare un momento di pace.

Fiadone Dolce:

Diffuso maggiormente nelle aree interne della regione Abruzzo, il fiatone dolce mostra delle differenze peculiari da zona a zona. Per esempio a Gessopalena, in provincia di Chieti, ne esiste una particolare quanto squisita versione, ideale da servire a fine pasto. Si tratta di una particolare lavorazione in cui si usa un formaggio fresco canestrato appena scolato e amalgamato con un impasto granuloso di uova e aromi. Il connubio tra la delicatezza della pasta che costituisce l’involucro esterno del dolce, e il sapore più deciso della farcitura interna fanno del fiadone una delle specialità molto apprezzate anche fuori regione per il suo sapore delicato. Il nome fiadone deriverebbe, secondo la versione più accreditata (Panzini), da “flan” e proviene dal basso latino “flado” derivato dal germanico “fladen” che significa cosa gonfia. Le sue origini risalgono ai tempi diMessisburgo, contemporaneo dell’Ariosto, e lo troviamo nello “scalco rinascimentale” della corte di Ferrara. Arrivò in Abruzzo perché nell’antica ricetta indicata nello scalco è previsto lo zafferano, una pianta officinale già da allora affermata nell’aquilano.

fonte arssa.abruzzo.it

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