La tijella Abruzzese

È una pietanza vegetariana diffusa in tutta la regione ma con nomi diversi a seconda delle zone. È prevalentemente consumato in estate come piatto unico, vista la disponibilità di ortaggi e verdure fresche di stagione. Le vitamine presenti nelle numerose verdure che compongono la ricetta, anche se cotte, sono sicuramente molto utili al benessere dell’organismo. L’origine della ‘tjella’ (così chiamata nel teramano) risale alla fine del 1700, quando la patata, i peperoni dolci e i pomodori, conosciuti e importati dall’America, si diffusero anche in Abruzzo. La ricetta comprende patate, peperoni di tipo dolce, melanzane, pomodori, zucchine (in pari quantità) con l’aggiunta di cipolle, prezzemolo, aglio, olio extravergine d’oliva, sedano e sale. Occorre pulire e tagliare a fette le melanzane, salarle e lasciarle riposare per due ore circa. Trascorso questo tempo, è necessario pulire e tagliare le altre verdure e disporre tutto, a strati alterni, in una teglia da forno, avendo cura di condire le verdure con sale e olio e di cospargerle con un abbondante trito di aglio e sedano. La cottura deve avvenire a calore moderato e fino a quando l’acqua non sarà completamente assorbita. La ‘tjella’ va servita in una terrina di coccio con un solo manico lungo e accompagnata da un bicchiere di buon vino Cerasuolo d’Abruzzo DOC d’annata. Esistono diverse varianti: nel chietino e nel pescarese, la ricetta della ciabbotta (lu ciabbott’) prevede che gli stessi ingredienti siano tagliati a tocchetti della dimensione di 1-2 cm e messi tutti insieme a cuocere al forno o in un tegame sul fuoco; in altre zone nella preparazione si aggiunge un ripieno di carne macinata di vitello o baccalà a scaglie. Nell’aquilano il colore degli ingredienti (peperoni rossi, zucchine verdi e patate bianche) conferisce al piatto il nome di “bandiera”.

fonte www.arssa.abruzzo.it

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