Cubàite

Di probabile origine orientale, è infatti diffuso, in una versione molto simile, nel mondo arabo e nelle zone di influenza araba come la Sicilia dove anche il nome è praticamente identico: qubbayta in arabo, cubbaita in siciliano, cubaita in ligure. Ciò che rende particolare questo dolce, che altro non è che un croccante racchiuso tra 2 cialde, noto anche con il nome di ubrin, è la lavorazione che prevede l’utilizzo di attrezzi che localmente chiamano “pinze”: sono utensili dal manico molto lungo con alla sommità due dischetti piatti, ormai rari in commercio. Sui dischetti un tempo erano incise le iniziali della famiglia in modo da imprimerle sulle facce delle cialde, come avveniva per i corxetti, pasta caratteristica del Levante genovese

Si tratta di un croccante a base di nocciole, o anche noci e mandorle, racchiuso tra due cialde sottili.
Per la cialda: albume di un uovo, acqua , mezzo cucchiaio di farina bianca.
Per il ripieno 300 g di nocciole, oppure 300 g tra nocciole, noci, mandorle, 150 g di miele di acacia, buccia d’arancia, 30 g di zucchero.
Emulsionare gli ingredienti per le cialde. Riempire con questo composto l’apposito attrezzo, versandovene un cucchiaio alla volta, e porle sul fuoco.
In questo modo si otterranno delle cialde sottili, che possono essere sostituite con le ostie. Intanto, abbrustolire le nocciole (noci o mandorle) per una decina di minuti in una padella e lasciare raffreddare. Nel frattempo riscaldare il miele con la buccia d’arancia, tritata finemente, e lo zucchero, mescolando continuamente per un quarto d’ora circa; a questo punto aggiungere le nocciole e cuocere per altri 5 minuti.
Utilizzare un cucchiaio, preferibilmente di legno, per versare il dolce composto sopra metà delle cialde. Le restanti serviranno da copertura.

fonte agriligurianet
 

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