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Tra le vecchie specialità della cucina piemontese, cucina che non ha nulla da invidiare e nulla da temere dalle analoghe consorelle delle altre regioni italiane, vi è lo zabaglione (‘L Sanbajon).
Fra’ Pasquale de Baylon (1540-1592), del Terzo Ordine dei Francescani, approdato a Torino per il suo apostolato presso la Parrocchia di San Tommaso, consigliava alle sue penitenti (specialmente a quelle che si lamentavano della poca vivacità del consorte) una sua ricetta che, sintetizzata in 1+2+2+1, avrebbe dato vigore e forza al soggetto.
Santificato nel 1680 da Papa Alessandro VIII entrò rapidamente nella leggenda, tanto che le donne torinesi tra di loro si scambiavano e consigliavano la sua ricetta per beneficiare del miracolo del Santo Pasquale de Baylon, il cui nome, in dialetto torinese, fu subito abbreviato in San Bajon (o=u).
Nacque così a Torino ‘L Sanbajon, in seguito italianizzato in Zabaione o Zabaglione.
Questa ricetta varcò i confini sabaudi e venne, col tempo, conosciuta in tutto il mondo.
‘L Sanbajon è citato nel Dizionario Piemontese -Italiano del Cav. Vittorio Felice di Sant’Albino (edito a Torino nel 1859 con i tipi della Unione Tipografica-Editrice) e venne già presentato nella edizione del Cuoco Piemontese (stampato a Torino nel 1766) che fu il grande successo editoriale di quell’epoca.
San Pasquale de Baylon è, dal 1722, il Santo Protettore di tutti i Cuochi del mondo; la sua festa è il 17 maggio ed è venerato in Torino nella chiesa di San Tommaso in Via Pietro Micca.
Un suo ritratto è collocato nel coro della Chiesa del Monte dei Cappuccini a Torino.
Mettere sul fuoco con fiamma limitata (o a bagnomaria) sempre rimescolando con un cucchiaino sino al primo cenno di bollore
Togliere dal fuoco e continuare a rimescolare
Servire
Questa crema è anche il contenuto di alcuni tipi di Bignole, vanto della pasticceria torinese.
fonte www.comune.torino.it