Il Barolo

Il Barolo è un vino dalla lunga storia le cui caratteristiche erano apprezzate anche da Camillo Benso di Cavour. Si produce con le uve Nebbiolo maturate in una ristretta zona delle Langhe che fa capo al comune di Barolo, in provincia di Cuneo. Un grande vino, non a caso denominato Vino dei Re e Re dei Vini da oltre due secoli, quando, appunto, il Conte Cavour e la Marchesa Giulia di Barolo provarono a far vinificare (dal gen. PierFranco Staglieno e dall’enologo francese Louis Oudart), con nuovi sistemi di vinificazione e affinamento, l’uva Nebbiolo che fino a quel momento dava un vino  amabile e di scarsa conservazione

Si racconta che un giorno la marchesa Giulia Falletti offrì al re Carlo Alberto, 300 carrà di Barolo, perché il Re aveva espresso il desiderio di assaggiare quel “suo nuovo vino”; l’omaggio passò alla storia: le carrà erano infatti botti da trasporto su carro, della capacità di circa 600 litri (12 brente). Carlo Alberto rimase così entusiasta del vino avuto in dono che decise di comprare la tenuta di Verduno per potervi avviare una sua produzione personale.

La Zona di produzione è l’ intero territorio dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba ed in parte il territorio dei comuni di Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi ricadenti nella provincia di Cuneo, una terra benigna e famosa da secoli per i suoi eccellenti vini.

Il Barolo vino ha un colore rosso granato con riflessi aranciati, profumo caratteristico intenso e gradevole, sapore asciutto, pieno, robusto e vellutato. In bocca le componenti “dure” (acidità, tannini, sali) risultano piacevolmente equilibrate da quelle “morbide”, con una intensità e persistenza eccezionali che fanno del Barolo un vino potente, elegante e di grande personalità.
Il Barolo deve avere una gradazione alcolica di almeno 13 gradi, invecchiare non meno di 3 anni (dei quali almeno due in botti di rovere o di castagno) Il periodo di invecchiamento decorre dal 1 gennaio successivo all’annata di produzione delle uve. Sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a cinque anni può portare come specificazione aggiuntiva la dizione “riserva”

Il vino Barolo è un ingrediente essenziale per la preparazione dell’elisir Vin Brulè.

Oggi quella del Barolo è la denominazione italiana di maggior pregio e i due castelli che hanno visto la sua nascita, quello dei Marchesi di Barolo, e quello del conte di Cavour, sono sedi di importanti enoteche.

Il vino Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne rossa, brasati, cacciagione, selvaggina, cibi tartufati, formaggi a pasta dura e formaggi stagionati. Si degusta a 20° circa di temperatura, dopo aver stappato la bottiglia almeno due ore prima della mescita.

Brasato al Barolo

Ingredienti (per 4 persone): gr. 800 di carne magra della coscia di manzo, gr. 50 di pancetta, gr. 50 di burro, una spruzzatina di brandy, farina 00.
Per la marinatura: Una bottiglia di Barolo non molto invecchiato, 2 o 3 carote, 2 costole di sedano, una cipolla, le foglie di un rametto di rosmarino, 3 chiodi di garofano, un pizzico di timo, uno spicchio d’aglio, una foglia di alloro, un pezzetto di cannella, 3 grani di pepe raccolti in un sacchettino di garza.
Preparazione: Steccate la carne con qualche listarella di pancetta, mettetela in una terrina con le verdure tagliate a pezzetti e il sacchettino con gli aromi e le spezie; versate il barolo, coprite con un piatto e lasciate marinare (circa un giorno), coperto, in luogo fresco (non in frigo), rimescolando qualche volta. In una casseruola soffriggete nel burro la rimanente pancetta tritata, poi rosolate la carne scolata e leggermente infarinata, versate quindi tutta la marinata e portate a bollore; dopo una decina di minuti togliere il sacchettino degli aromi, salate, coprite e portate a cottura a fuoco basso. Togliete quindi la carne e tenetela al caldo, passate il sugo nel passaverdure, rimettetelo sul fuoco, addensatelo, regolatelo di sale e spruzzatelo col brandy. Dopo qualche minuto di bollore versatelo sulla carne affettata e servite con polenta o purè.

 

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