Il Sangiovese di Romagna

Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte: le prime informazioni sicure risalgono solo al XVI secolo, quando Giovan Vettorio Soderini, nel suo trattato “La coltivazione delle viti”, ne parla dicendo che «il Sangiocheto o Sangioveto è un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare». Anche l’origine del nome è incerta e varie sono le teorie: alcuni sostengono che derivi da “sangiovannese” in quanto originario di San Giovanni Valdarno; altri invece lo fanno risalire a forme dialettali (da “san giovannina”­ uva primaticcia ­ dato il suo precoce germogliamento a fine giugno per la festa di San Giovanni Battista), chi sostiene che derivi da “sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove” (in quanto proveniente dal Monte Giove nei pressi di Santarcangelo di Romagna).

Da recenti studi genetici sembra che il “Sangiovese”, a dispetto della sua diffusa e storica presenza nell’area romagnola e tirrenica, possieda parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, soprattutto in Campania e Calabria (Palummina Mirabella e Calabrese Montenuovo). Dieci varietà ne costituiscono la “famiglia” ed il Ciliegiolo sembra sia un suo discendente diretto

Il Sangiovese (insieme alla Barbera) è uno dei vitigni italiani più diffusi (le aree coltivate coprono l’11% della superficie viticola nazionale); viene coltivato dalla Romagna fino alla Campania ed è tradizionalmente il vitigno più diffuso in Toscana. Entra negli uvaggi di centinaia di vini, tra i quali alcuni dei più prestigiosi vini italiani: Rosso Piceno Superiore, Chianti e Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Montefalco rosso, Sangiovese di Romagna e molti altri meno conosciuti ma altrettanto validi, quali il Morellino di Scansano.

Sangiovese di Romagna

Nel lontano ‘600; si narra che durante un banchetto tenuto nel Monastero dei Frati Cappuccini in Santarcangelo di Romagna, alla presenza di Papa Leone XII ed illustri ospiti, fu servito questo vino prodotto dagli stessi monaci.
Il vino fu molto apprezzato e ne fu chiesto il nome. Un monaco, con prontezza di spirito, disse che il vino si chiamava “Sunguis di Jovis” = Sangue di Giove (Sanjovese).

Col passare degli anni, è diventato il  simbolo della terra di Romagna, insieme alla piadina  e alle lasagne.

Colore rosso rubino, a volte con orli violacei, profumo con sentore di viola, sapore asciutto, armonico, a volte un pò tannico, con retrogusto amarognolo, ammandorlato.

Si producono tre tipi di Sangiovese:

Sangiovese Superiore
Proviene da una ristretta area collinare della Romagna. Viene messo in vendita solo dal 1° Aprile dell’ano successivo a quello della vendemmia, con una gradazione alcolica non inferiore a 12%.

Sangiovese Riserva
Deve avere almeno due anni di invecchiamento a gradazione alcolica non inferiore a 12%.

Sangiovese Novello
Si ottiene dalla macerazione carbonica delle uve per almeno il 50%. Deve avere una gradazione alcolica minima di 11%.

Il Sangiovese di Romagna è il primo vino romagnolo ad avere ottenuto la DOC. e identifica brillantemente il carattere della gente di questa terra, esuberante e sincera

 

Condividi con