Dall’argilla al frigorifero.. l’arte del conservare

Forse è banale ricordarlo, ma i succhi di frutta, la pasta, la marmellata, gli spinaci “4 salti in padella”, la passata di pomodoro e i carciofini sott’olio che mettiamo nel nostro toast farcito sono tutti prodotti agricoli che subiscono un processo di trasformazione alimentare.
Alcuni di questi prodotti vengono processati solo per essere conservati a lungo, altri subiscono un processo di trasformazione che produce un alimento differente (dal grano alla pasta o al pane), altri ancora, invece, vengono cucinati per essere facilmente preparati dal consumatore frettoloso che non ha tempo da perdere in cucina.
L’arte della conservazione degli alimenti ha origini molto lontane: da sempre l’uomo ha dovuto relazionarsi con la stagionalità dei prodotti alimentari e con i ritmi annuali di crescita delle piante; da sempre ha cercato di modificare e contrastare i tempi naturali della produzione agricola, da un lato differenziando le colture in modo da poter avere tutto l’anno prodotti commestibili (pomodori d’inverno e cavoli d’estate), dall’altro elaborando metodi efficaci di conservazione dei prodotti vegetali, per poterli utilizzare tutto l’anno.
Aristotele consigliava di avvolgere le mele in uno strato d’argilla per isolarle dall’aria e quindi per farle durare più a lungo; ma nei secoli i metodi di conservazione più usati furono quelli dell’essiccazione al sole (es. fichi o pomodori secchi), della salatura (es. capperi), e della affumicatura con l’ausilio del fumo (tecnica utilizzata maggiormente per carne e pesce).
Altri procedimenti furono quelli a base di aceto (es. cetrioli sott’aceto) e di olio (es. carciofi sott’olio) oppure di zucchero (es. marmellate di frutta).
Altre tecniche, come quella della fermentazione, consentirono all’uomo di inventare prodotti come la birra o di conservare verdure come il cavolo (es. crauti).
Non dimentichiamo poi i frigoriferi e congelatori! Con la nascita dell’industria del freddo, che mise a disposizione i primi frigoriferi, si ebbe la svolta decisiva nel campo della conservazione degli alimenti, che oggi si mantengono a lungo senza che il loro sapore venga alterato.
La lavorazione del cibo, insomma, è un processo antico, ma solo con l’industrializzazione del XIX secolo, grazie ai nuovi processi tecnologici e con l’avvento dei consumi di massa, hanno iniziato ad emergere le grandi imprese di trasformazione alimentare.
Oggi sono numerose, in Italia e nel mondo, le grandi aziende dell’industria alimentare che producono pasta, pane, biscotti, conserve e via dicendo.
Tutti i passaggi e le fasi della produzione e trasformazione industriale sono da tenere in considerazione se si vuole avere un’idea completa degli impatti ambientali e sociali causati dalla filiera agroalimentare nel suo insieme.

 

fonte EAT:ING.net

 

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