La pianta che viene dall’India ..la melanzana

al fresco si conservano anche per due settimane

Predilige il clima caldo e presenta colori e forme variabili secondo i luoghi di coltivazione. E’ arrivata in Europa sul finire del Trecento, coltivata dapprima come pianta ornamentale. Ricca di fibre e povera di calorie presenta un’infinità di utilizzi in cucina

L’origine: la pianta di melanzana giunge dall’India ed è diffusa soprattutto nelle aree tropicali e sub-tropicali, dal momento che predilige il clima caldo. Giunta in Europa sul finire del Trecento, venne dapprima coltivata solo come pianta ornamentale, poiché la si riteneva erroneamente capace di portare all’infermità mentale. Sembra che i primi che, sfidando tale credenza, cominciarono a cibarsene senza timore furono i padri carmelitani che vivevano in monasteri disseminati in tutta l’Italia meridionale e che, via via, ne diffusero il consumo.
Il Frutto: il frutto della melanzana è una grossa bacca di colore variabile dal bianco al nero attraverso tutte le sfumature del rosso-viola. Anche le forme e le dimensioni sono molto variabili ed eterogenee secondo i luoghi di coltivazione. Le tipologie più diffuse sono: la tonda nera (coltivata in Sicilia), la lunga nera (coltivata in Campania), la tonda bianca sfumata di violetto più o meno intenso (centro Italia) e la tonda viola scuro (centro e Sud Italia). Le melanzane di forma allungata e colore scuro hanno in genere un gusto più deciso e pungente rispetto a quelle di forma tondeggiante e colore chiaro che si caratterizzano per la delicatezza e la dolcezza della polpa.
In Italia la coltivazione delle melanzane si concentra soprattutto nelle regioni del centro e del sud: Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Basilicata, Marche, Veneto, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna.

Caratteristiche nutrizionali: ricca di fibre e povera di calorie, la melanzana regolarizza la funzionalità epatica e riduce il tasso di colesterolo cattivo. È considerata uno stimolante dell’attività del fegato, del pancreas e dell’intestino. Favorisce la diminuzione del tasso di colesterolo del sangue, stimola la diuresi ed è blandamente lassativa. Questo insieme di proprietà contribuisce ad esplicare una sicura attività depurativa e disintossicante dell’organismo. È indicata nei casi di gotta, arteriosclerosi, infiammazioni delle vie urinarie, epatite e stitichezza.
Gastronomia: al fresco le melanzane si conservano anche per due settimane, facendo attenzione che la temperatura non scenda al di sotto dei 10 gradi, per evitare la comparsa di zone molli e rientranti sulla polpa. La melanzana non si mangia cruda perché contiene sostanze amare che evaporano solo a contatto del calore.
Riguardo gli usi in cucina della melanzane, Dal centro e soprattutto dal sud d’Italia, principali zone di coltivazione delle melanzane, arrivano le ricette più antiche e rinomate. Dalla Sicilia, regione che ha fatto della melanzana uno degli ortaggi-simbolo della sua cucina, provengono ricette quali la pasta alla ‘Norma’ e le frittelle di melanzane, la ‘caponata’ e le ‘melanzane a quaglie’, ovvero fritte, tipiche di Palermo e quelle ‘a schibbeci’, a scapice, marinate con aceto.
La Calabria ha insegnato al mondo intero a conservarle sotto sale o sott’olio, mentre in Campania, addirittura, si coprono di cioccolato per un raffinato dessert, molto in voga sulla costiera amalfitana, ma non mancano versioni salate fra cui la celeberrima ‘parmigiana di melanzane’, antica ricetta al forno a base di melanzane fritte, pomodoro, uova sode e formaggio; lo stesso nome si usa in Puglia per un piatto tipico della cittadina di Modugno, a base di involtini di melanzana ripieni di parmigiano e pomodoro. La ‘parmigiana’ non va confusa con le melanzane ‘alla parmigiana’, tipiche dell’Emilia-Romagna, lessate e passate in tegame con pomodoro, cipolla, olio e prosciutto crudo di Parma.

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