L’orzo coltivato deriva dall’orzo selvatico Hordeum spontaneum, con il quale conserva una grande affinità, tanto che alcuni studiosi li considerano un’unica specie in quanto interfertili. La specie viene quindi suddivisa nelle due sottospecie H. vulgare spontaneum (selvatica) e H. vulgare vulgare (domesticata).
L’area di origine delle forme ancestrali può essere individuata nel Vicino Oriente, più precisamente nell’area compresa nelle attuali Israele, Giordania, Siria e nella parte sud dell’Anatolia. Secondo altre fonti invece, l’ancestrale selvatico è originario del Tibet. Tutt’ora in Etiopia e in Tibet si trovano molte specie spontanee. Le forme a cariosside nuda, che perdono facilmente le glumette a maturazione, sembrano invece essere originarie della Cina.

Le testimonianze più antiche di coltivazione risalgono al 10.500 a.C., nel Neolitico. Sicuramente tipi polistici erano coltivati in Mesopotamia nel 7.000 a.C. mentre nel 5000 a.C. l’orzo era diffuso in Europa centrale e in Egitto, dove già nel 3000 a.C. avveniva la trasformazione in birra. Intorno al 1000 a.C. aveva raggiunto la Corea. Fino al XV secolo era tra i cerali più diffusi per la panificazione.

La farina di orzo si usa ancora per la panificazione, ma in miscela con farine di altri cereali. Il pane di solo orzo infatti è difficile da fare sia perché manca il glutine sia perché l’impasto tende ad annerire.

A scopo alimentare si utilizzano in svariati modi le cariossidi. Queste possono essere consumate come farina previa macinazione oppure possono essere tostate e poi macinate, oppure si fanno germogliare e si consumano i germogli crudi così ottenuti; si usano inoltre sotto forma di fiocchi. Dall’orzo si possono anche ricavare bevande (è un componente fondamentale della birra).  L’orzo (o Hordeum vulgare) è una sostanza utilissima per garantire il benessere dell’organismo, particolarmente digeribile e molto salutare: è ricco di silicio, fondamentale per il sistema nervoso, e di zucchero. I suoi chicchi sono pieni di vitamina B1 e vitamina E, contengono proteine e carboidrati e sono una preziosa riserva di fosforo: ciò rende questo cereale indicato per chi svolge attività intellettuale e per tutti i soggetti particolarmente nervosi.

Negli ultimi anni l’orzo è diventato un prodotto sempre più di moda, tant’è che si è assistito a un vero e proprio boom di punti vendita biologici, o ristoranti (come il macrobiotico) che fanno di questo e di altri cereali un punto di forza.

L’industria della trasformazione utilizza grandi quantitativi di orzo per la produzione del malto (orzo germogliato) con cui, per fermentazione, si produce la birra e, per successiva distillazione, bevande superalcoliche, come il whisky.

Ricetta Insalata d’orzo con gamberetti, acciughe e pomodorini

x 4 persone

Orzo 300 gr, Acciughe sotto sale 6, Gamberetti 200 gr, Olio 5 cucchiai, Pomodorini 150 gr, Basilico qualche foglia, Sale,Pepe

Preparazione

Fate lessare l’orzo in abbondante acqua salata.

Nel frattempo, pulite e deliscate molto bene le acciughe, mettetele in una padella e fatele sciogliere nel olio posto qualche istante sul fuoco; aggiungete i gamberetti e fateli scottare per qualche secondo.

Quando l’orzo sarà cotto, (ricordatevi che deve rimanere un po’ croccante), scolatelo bene e fatelo saltare nella pentola con gli ingredienti preparati in precedenza.

Togliete il tutto dal fuoco, fate raffreddare, e poi unite i pomodorini privati dei semi e tagliati a cubetti e le foglie di basilico; aggiungete ancora un goccio di olio crudo e lasciate riposare e raffreddare del tutto per almeno un ora in frigorifero.

 

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