ROSATO BRINDISI DOC: vino selezionato per Un’Itàlia

ROSATO BRINDISI  DOC 2007 RISVEGLIO AGRICOLO SOCIETÀ COOP. PER AZIONI   BRINDISI  medaglia argento 2009

 

Favorita dalle condizioni climatiche mediterranee, la Terra di Brindisi è, sin dall’antichità, una delle zone più rinomate per la produzione vinicola.Vino d’annata, prodotto dalla fermentazione intra-cellulare, posto in speciali tini fermentatori di acciaio inox in assenza di ossigeno con ambiente saturo di anidride carbonica. Tecnicamente questa operazione è chiamata Macerazione Carbonica. Il Brindisi rosato è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Brindisi.
Questo Rosato è ottenuto dai vigneti Negroamaro e Malvasia allevati ad alberello nella zona DOC Brindisi.I profumi fruttati che sanno di sottobosco, il colore rosa corallo e il gusto rotondo e sapido

Il Negroamaro (o Negro Amaro) è un vitigno rosso coltivato quasi esclusivamente in Puglia, in modo particolare nel Salento. L’origine del nome non è altro che la ripetizione della parola nero in due lingue: niger in latino e mavros in greco antico (da cui il dialettale maru). È uno dei principali vitigni dell’Italia meridionale.La Puglia è la grande terra del negroamaro, un vitigno straordinario che è alla base di quasi tutti i rossi e i rosati di quest’area.
Il vitigno è di origine ignota ed è diffuso dal lunghissimo tempo nella zona ionica. Il nome deriverebbe, secondo alcuni, dal termine dialettale niuru maru, per identificare il sapore amorognolo del vino. Si ritiene, però, di poter affermare che il nome del vitigno molto probabilmente derivi da due parole indicanti entrambe il colore nero: la latina nigra e la greca mavro, utilizzate in abbinamento per sottolineare l’intenso colore nero, scuro, sia della buccia dell’uva che del vino ottenuto. In questo caso, si potrebbe affermare con sufficiente sicurezza che la sua coltivazione possa risalire all’epoca della colonizzazione greca, nel VIII – VII secolo a.C.

Negli anni passati il Negramaro era utilizzato esclusivamente per tagliare i vini, ma non in purezza; fra i maggiori acquirenti del mosto da esso ottenuto erano soprattutto le regioni dell’Italia settentrionale. Grazie alla elevata presenza di zuccheri, infatti, questo vino veniva utilizzato per tagliare i mosti del nord Italia, spesso caratterizzati da tenori alcolici limitati. Da diversi anni a questa parte, tuttavia, i produttori vitivinicoli salentini hanno cominciato ad utilizzare le uve di questo vitigno per produrre vini in purezza, ottenendo così il Negramaro che tutti conosciamo ed apprezziamo
Strada del Vino del Salento

Malvasie
Già dal dodicesimo secolo erano noti e apprezzati in Italia dei vini liquorosi dolci, aromatici, per lo più bianchi,  prodotti in Grecia con la tecnica dell’appassimento delle uve al sole. Questi vini venivano designati con il nome criticos (perchè provenienti da Creta) o thireon (perchè provenienti da Therea).

All’inizio del quindicesimo secolo i Veneziani occuparono il Peloponneso e cominciarono ad importare questo vino dalla città di Monemvasia (il cui nome significa porto che ha una sola entrata), indicandolo con il nome di Monenvasia, Monovasia o Malvasia. Il vino ebbe un tale successo da indurre i Veneziani a promuovere la coltivazione delle uve da cui veniva prodotto in particolare a Creta, zona che si prestava climaticamente e morfologicamente a questa cultura. Nel 1570 i Turchi conquistarono Creta e ciò indusse i Veneziani ad estendere la coltivazione di queste uve in altre regioni le quali si trovavano sulle rotte navali dei mercanti Veneti.

Grazie all’opera dei Veneziani tra il 1500 e il 1700 la Malvasia divenne il vino più importante d’Europa , a Venezia alcune osterie vendevano esclusivamente Malvasia.

Nel 1600 inizia la produzione di vini Malvasia in varie regioni d’Italia e cominciano a comparire le indicazioni delle zone di origine. Le uve adoperate sono le più disparate, talvolta si tratta di varietà non aromatiche. Nelle regioni più settendrionali la tecnica dell’appassimento delle uve al sole non può essere effettuata e si ricorre alla cottura del mosto per concentrarlo.Nel 1700 si sviluppa in Europa la tecnica del taglio delle uve di diversa varietà e la Malvasia viene aggiunta ai vini per conferire aroma e freschezza ai vini da pasto.

La Malvasia nera di Brindisi è un vitigno d’origine greca e delle isole egee, diffuso oggi nella maggior parte dei paesi mediterranei.

Il suo vino, chiamato in inglese Malmsey, è dolce con una stupenda tinta dorata. In Italia la sua coltivazione è diffusa dal Piemonte alla Puglia. Vinificato opportunamente, può anche dare un vino bianco secco di grande carattere e, affiancato in uvaggio ad altri vitigni, contribuisce ad arrotondare le caratteristiche del vino stemperandone la spigolosità.

 

Scheda Denominazione

 

 

 

abbinato ai piatti di Un’Itàlia:

Piatto n. 74.    Strascinate alle cime di rape,mollica di pane e acciughe
                       Proposto da:Osteria Piazzetta Cattedrale

Piatto n. 137   Orecchiette con le cime di rape-Proposto da: Masseria del Crocifisso

 

 

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